Chronos

Nell'immagine: La battaglia tra gli dei e i titani, di Joachim Wtewael, 1600.

 

Chronos è considerato il più giovane dei Titani della mitologia greca; figlio di Urano (il Cielo) e di Gea (la Terra). Secondo la Teogonia esiodea, mutilò il padre che, timoroso di perdere la signoria del mondo, teneva in prigionia i figli. Dopo aver sposato sua sorella Rea, ebbe sei figli: Estia, Demetra, Era, Ades, Posidone e Zeus. Temendo (come prima fece suo padre Urano) che i suoi figli lo privassero del potere, li divorava appena nati, finché Rea riuscì a porre in salvo il sesto, Zeus, scambiandolo con una pietra avvolta in fasce. Zeus, cresciuto, costrinse il padre a rigettare i cinque figli ingoiati; costoro, guidati da Zeus e affiancati dai Ciclopi e dagli Ecatònchiri (i «Centimani»), si scontrarono contro il padre – aiutato dagli altri Titani, dai Giganti e Tifone – in una dura lotta (la celebre Titanomachia), che si concluse con la sconfitta e lo sprofondamento dei Titani nel Tàrtaro. Il mito, raccontato da Esiodo trova paralleli in leggende orientali, fenicie e ittite e si ritiene dunque sia giunto ai Greci dall’Asia Minore. 

In un’altra serie di miti Crono non è presentato come il più tremendo dei Titani, bensì come il re sotto cui l’umanità visse il momento più felice, l’età dell’oro. Avrebbe svolto funzione civilizzatrice anche in Italia – dove i Romani lo identificavano con Saturno – insegnando a sfruttare la fertilità della terra, a usare la falce e a potare la vite.

 

L'isola dei Sogni: Il mito prende vita

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